giovedì 6 gennaio 2011

L'eretico

Oggi mi divertirò a far imbufalire i velisti veri, cosa ch'io vorrei esser, ma che  in realtà non posso avere la presunzione di poter esser definito tale.
Vi parlerò della nomenclatura marinaresca tipo, per esempio:  scotte, drizze, falchetta, opera viva e morta ecc. ecc..
Non solo in sede d'esami per patenti nautiche ma sopratutto a bordo di una barca, fare la massima attenzione ai  termini che si usano, pena  peste vi colga se ne sbagliate uno, e poi parliamoci chiaro, non fà marinaio!
Così, mi spiegano i velisti veri, che si definisce scotta o drizza anzichè volgarmente corda, prima perche' non farebbe marinaio vero poi perchè potrebbe confondere l'equipaggio non esperto. Così quest'estate durante la crociera mi divertivo a produrre ordini in perfetto "capitan nelson" tipo, a mia moglie, "recupera la scotta," che puntualmente mi rispondeva "EH?" Allora le riordinavo di recuperarmi la corda arancione, e la manovra riusciva perfettamente. Un altra volta ho chiesto a un mio amico a bordo di prendere il mezzomarinaio e addugliare una cima; che mi avrà risposto? "che cazzo vuoi" gli ho dovuto dire di prendere il bastone davanti a lui e dopo arrotolare per bene la corda nera. Qual'è la morale di tutto cio', inutile farsi seghe mentali con vocaboli perfettamenti marinareschi  quando a bordo vi sono ospiti inesperti; bisogna essere estremamente pratici e basta!
P.S. speriamo che il mio carissimo amico pippo non s'incazzi!

1 commento:

  1. Ciao Enrico!
    Ben ritrovato anche da queste parti! ;-)
    Aggiungo un mio ducplice e apparentemente contraddittorio commento... :-)

    La tua conclusione è "in parte" correttissima: se si deve ordinare qualcosa a chi nulla sa di termini nautici, condivido in pieno, è controproducente insistere con termini che lui non conosce!
    "Lasca la scotta randa!" E lui mai lo potrà fare, non sapendo cos'è...
    Meglio chiedergli: "lascia andare per bene quella "corda" bianco-rossa la sopra, a sinistra."

    Il problema a monte è che per la sicurezza della vita in mare, tradizione vorrebbe che chiunque debba metter mano all'attrezzatura, dovrebbe obbligatoriamente conoscere al volo ogni termine, regolazione, conseguenza della stessa.

    In caso di groppo improvviso, tra il frastuono del vento, della pioggia a dirotto, col vento che in un istante ha girato di 180° e rinforzato assurdamente e conseguente barca semi sdraiata sul mare, dover farsi capire con calma dicendo "lascia andare per bene quella "corda" bianco-rossa la sopra, a sinistra." può non risucire, o comunque richiedere troppo tempo.
    Fa prima il panico ad impossessarsi del passeggero che questo a capire quale corda doveva mollare.
    Sperando che nel frattempo nessuno sia finito a mare...

    "Lasca la scotta randa!" invece è univoco, non ci si può sbagliare con quella corda rossa e bianca al posto di quella bianca e rossa, o con tutte le altre, blu, bianche, nere, in giro.
    Certo, per funzionare, come hai detto, la persona deve già sapere a priori cos'è la randa, la scotta, la drizza, cazzare e lascare, sapere cosa accade poi, quando si cazza e si lasca.
    Però, vedo questa fase come imprescindibile, altrimenti, piuttosto chi non sa, non tocca manovra, a scanso di equivoci, pericoli, o anche solo infortuni. Sta come turista a bordo, mentre gli altri si occupano di portare la barca.

    La vela è fantastica, ma è anche un attimo farsi un gran male, anche in condizioni tranquille, perchè magari si è mollato lo stopper dell'mantiglio al posto di un'altra manovra, o la scotta randa al posto della drizza, con una fastidiosa rollata proprio in quel momento e testa di mezzo al boma di colpo libero... ;-)

    Col tempo e con diverse avventure passate in mare, credo potrai condividere il perchè di questa "pignoleria" che lo ammetto, a volte appare eccessiva e anche un pò antipatica, quasi "settaria". :-)

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